Nome
Beata Sancia del Portogallo
Nome di battesimo
Sancha Sanches de Portugal
Titolo
Principessa e Religiosa Cistercense
Nascita
1180 - Coimbra, Portogallo
Morte
13/03/1229 - Cellas, Portogallo
Ricorrenza
In breve

La Beata Sancia del Portogallo proveniva da una famiglia di santi: le sue sorelle Mafalda e Teresa sono anch'esse venerate come beate. Secondo il testamento paterno, avrebbe dovuto ereditare il castello di Alenquer con titolo di regina, ma il fratello Alfonso II le impedì di prendere possesso dei suoi diritti, spingendola verso la vita religiosa.

La Beata Sancia del Portogallo, al secolo Sancha Sanches de Portugal, rappresenta una figura luminosa della nobiltà europea che scelse la via della consacrazione religiosa. Nacque intorno al 1180 nella città portoghese di Coimbra, in un contesto di grande prestigio: era infatti la figlia secondogenita di Sancio I, secondo sovrano del Portogallo, e della regina Dolce di Barcellona.

Una principessa di sangue reale

Il lignaggio di Sancia era davvero illustre: i suoi nonni paterni erano Alfonso I Henriques, primo re del Portogallo, e Mafalda di Savoia, figlia del conte Amedeo III. Anche tra le sue sorelle fiorì la santità: sono infatti venerate come beate anche Mafalda (festeggiata il 2 maggio), che divenne badessa di Arouca, e Teresa (festeggiata il 17 giugno), che fu regina di Castiglia e Leon.

Questo fenomeno di santità familiare non è isolato nella storia della Chiesa: simile è il caso delle tre principesse ungheresi Margherita, Kinga e Iolanda, tutte e tre venerate come sante. La corte portoghese del XIII secolo rappresentava dunque un ambiente in cui la fede cristiana era vissuta con particolare intensità, tanto da favorire la fioritura di vocazioni religiose anche tra i membri della famiglia reale.

Il conflitto per l'eredità

La vita di Sancia prese una svolta decisiva alla morte del padre, avvenuta nel 1211. Secondo le disposizioni testamentarie del sovrano, la principessa avrebbe dovuto ereditare il castello di Alenquer e tutti i possedimenti annessi, con l'eccezionale privilegio di portare il titolo di regina in quanto signora di tale castello.

Tuttavia, il nuovo sovrano Alfonso II, fratello di Sancia, mosso dalla volontà di accentrare nelle proprie mani tutto il potere regale, si oppose fermamente all'attuazione del testamento paterno. Non solo impedì a Sancia di prendere possesso dei titoli e dei redditi a lei spettanti, ma riservò lo stesso trattamento anche alle altre due infante sue sorelle, Mafalda e Teresa.

Questo conflitto dinastico, che vide contrapporsi fratello e sorelle, è emblematico delle tensioni che caratterizzavano le successioni reali dell'epoca. La centralizzazione del potere, perseguita da Alfonso II, si scontrava con la tradizione feudale che prevedeva la frammentazione dei possedimenti tra gli eredi.

La scelta della vita religiosa

Privata dei suoi diritti e dei suoi beni, Sancia avrebbe potuto reagire in molti modi: cercare alleanze matrimoniali con altre case regnanti per rafforzare la sua posizione, o tentare di rivendicare con le armi quanto le spettava. Scelse invece una strada completamente diversa, trasformando quella che poteva sembrare una sconfitta in un'occasione di elevazione spirituale.

La principessa decise di rinunciare al matrimonio per conservare intatta la sua verginità, dedicandosi interamente a Dio. Nel 1216 contribuì in modo determinante alla fondazione del monastero cistercense di Cellas, nei pressi di Coimbra, e nel 1229 vi entrò ella stessa come religiosa, prendendo l'abito regolare.

La scelta di abbracciare la spiritualità cistercense non era inusuale per i membri delle famiglie reali dell'epoca. L'ordine, nato come riforma benedettina, si caratterizzava per l'austerità della vita, la semplicità liturgica e l'importanza data al lavoro manuale. Per una principessa, scegliere questa forma di vita significava abbracciare volontariamente la povertà e l'umiltà, in netto contrasto con gli agi cui era destinata per nascita.

La morte e il culto

Sancia trascorse gli ultimi anni della sua vita nel monastero di Cellas, dedicandosi alla preghiera e alle opere di carità. Morì il 13 marzo 1229, circondata dalla venerazione delle consorelle che ne avevano apprezzato le virtù.

I suoi resti mortali non rimasero a Cellas: sua sorella Teresa, anch'essa avviata alla via della santità, ne fece traslare il corpo al monastero di Lorvão, dove poteva essere venerato con maggiore solennità.

Il culto della beata Sancia si diffuse rapidamente in Portogallo e in tutti i territori in cui era presente l'ordine cistercense. La devozione popolare riconosceva in lei un esempio luminoso di come le ricchezze e gli onori terreni potessero essere liberamente abbandonati per seguire Cristo con cuore indiviso.

La Chiesa riconobbe ufficialmente questo culto il 13 dicembre 1705, quando Papa Clemente XI con la bolla Sollicitudo Pastoralis Offici beatificò Sancia insieme alla sorella Teresa. Il Martyrologium Romanum, così come il calendario dell'ordine cistercense, commemora la beata Sancia in data 11 aprile.

La figura della Beata Sancia ci ricorda come le vicende apparentemente negative possano trasformarsi in opportunità di crescita spirituale. L'ingiustizia subita dalla principessa portoghese divenne l'occasione per una scelta radicale di sequela di Cristo, che l'ha condotta alla beatitudine eterna e alla venerazione dei fedeli lungo i secoli.