Nome
San Paterniano
Titolo
Vescovo
Nascita
275 circa - Fano, Pesaro
Morte
13/11/0360 - Fano, Pesaro
Ricorrenza
Patrono di
In breve

San Paterniano è venerato come santo nella Chiesa cattolica e viene ricordato il 10 luglio. È noto per essere il protettore dei bambini e delle partorienti. Secondo la tradizione, egli fu il primo vescovo di Fano, nelle Marche, e la sua vita fu segnata da numerosi miracoli e una profonda umiltà. La sua devozione nei confronti dei più piccoli e delle donne in attesa di partorire si manifestò attraverso la sua intercessione miracolosa per loro. Inoltre, San Paterniano è ricordato per aver difeso la città di Fano da un attacco dei pirati, attraverso la sua preghiera che avrebbe scatenato una tempesta in grado di disperdere i nemici. Questo episodio ha rafforzato la sua reputazione come protettore in situazioni di pericolo. La sua figura è ancora molto venerata nella regione di Fano, dove la sua basilica è meta di pellegrinaggio per i fedeli. La sua agiografia, nonostante le sfumature leggendarie, rimane esempio di carità cristiana e di dedizione al prossimo.

Il patrono principale di Fano fu un giovane eremita che, scampato alle persecuzioni di Diocleziano e Massimiamo, venne eletto dopo l’editto di Costantino vescovo della cittadina che si chiamava originariamente Fanum Fortunae perché vi era un tempio dedicato alle dea Fortuna

Di san Paterniano, patrono principale di Fano, la romana Fanum Fortunae, così detta perché ospitava un tempio alla dea Fortuna, non sappiamo nulla di certo perché la Vita anonima, composta probabilmente fra il X e l’XI secolo, utilizza molti brani delle Vitae Patrum. Secondo la tradizione sarebbe scampato alla persecuzione scatenata da Diocleziano all’inizio del secolo IV. Un giorno un angelo apparve a Paterniano, un giovane cristiano che si stava prodigando per rincuorare i fedeli, ordinandogli di ritirarsi in solitudine di là dal fiume Metauro, in un luogo che si trova a tredici chilometri dalla città, detto oggi Sant’Angelo in Ferriano. Si sistemò insieme con alcuni compagni in una «grotta» a T che ancora oggi esiste col nome di San Paterniano. Si pensa che fosse stata un magazzino per granaglie o una cisterna. La presenza di alcuni compagni induce a congetturare che Paterniano vi avesse fondato un piccolo monastero.

Là visse in meditazione fino all’editto di Costantino quando la popolazione lo scelse come nuovo vescovo. A Fano visse per oltre quarant’ anni, amministrando la diocesi e sanando miracolosamente malati, storpi e ciechi.

Un giorno un altro angelo gli apparve annunciandogli che a distanza di un mese sarebbe morto. Per questo motivo nella sua iconografia appare spesso un angelo che vola accanto a lui o lo accompagna, come ad esempio nel quadro secentesco di Carlo Bonone, Estasi di san Paterniano, custodito nella omonima basilica.

Morì il 13 novembre dell’anno 360 nel romitorio dove si ritirava la sera: si trovava nel sobborgo di Vicus Tanarum, ora attraversato da via dell’abbazia, che era conosciuto fino a pochi anni fa col nome popolare di San Paternianino: ancora oggi vi è una cappelletta dedicata al Santo.

Dalla vita leggendaria è possibile in ogni modo congetturare che Paterniano fosse un monaco: scelto dopo le persecuzioni come vescovo, governò la diocesi con tanta sollecitudine da meritarsi la canonizzazione popolare.

Sul suo sepolcro in Borgo delle Tane venne costruito un oratorio e successivamente, nella stessa zona, verso la metà del secolo V, una basilica insieme con un monastero che nel secolo seguente divenne un’abbazia benedettina. Situata sulla via Flaminia, era un comodissimo. luogo di sosta. Nel 743 ospitò papa Zaccaria che si stava recando al nord per firmare la pace col longobardo Liutprando; e nel 1163 Federico I vi si trattenne qualche giorno con tutto il seguito.

Nel secolo XIII si decise di costruire una nuova basilica, consacrata nel 1258 da Alessandro IV di passaggio per Fano. Grazie ai Benedettini il culto di san Paterniano si diffondeva in molte città italiane ed europee. Era venerato ad esempio a Treviri e in Carinzia, dove un paese si chiama ancora oggi Paternian; a Roma nella chiesa di San Lorenzo in Lucina; a Ravenna nella grande basilica innalzata in suo onore. Nel secolo XV a Venezia gli si dedicò una chiesa che custodiva anche alcune reliquie del santo, portate da un fanese di nome Faliero. La Repubblica di Venezia volle addirittura annoverarlo tra i suoi protettori attribuendogli la vittoria che Alvise Mocenigo aveva riportato contro i Turchi il 10 luglio 1651 perché proprio in quel giorno cadeva la sua festa. Il lettore obietterà che quello non era il suo dies natalis. E in effetti è così per un motivo che ora racconteremo.

Verso il 1350 i Benedettini decisero di abbandonare la basilica e il monastero, che erano in cattivo stato, trasferendosi altrove. Vi subentrarono dapprima alti ecclesiastici e infine il cardinale Bessarione che restaurò gli edifici e scelse l’abbazia per sua abitazione.

Nel 1482 il monastero passò ai canonici Lateranensi del Ss. Salvatore di Roma. I quali tuttavia non vi rimasero a lungo perché l’abbazia era troppo esposta alle soldatesche di passaggio: decisero di riedificare il monastero e la chiesa all’interno della cerchia urbana, nel luogo dove possedevano la parrocchia di San Nicolò e la chiesa di Santa Caterina. Nella nuova chiesa, attribuita a Jacopo Tatti, detto il Sansovino, vennero trasferite le sue reliquie il 10 luglio 1551. Quella data diventò la festa più importante dedicata al santo. Qualche decennio più tardi, il 23 giugno 1623, Paterniano venne proclamato dalle autorità cittadine patrono principale di Fano mentre la festa veniva fissata proprio il 10 luglio. Ma vi è chi sostiene che la data del 10 luglio ricordi il giorno della traslazione primitiva delle ossa dall’oratorio costruito sopra il sepolcro alla prima basilica.

In fondo alla navata, alla destra dell’altar maggiore, si apre la Cappella dell’arca di san Paterniano sovrastata da due cupolette, la prima affrescata da Sebastiano Ceccarini del secolo XVIII (Gloria del santo), l’altra da Antonio Viviani, del secolo XVII (Angeli): all’altare è sistemata l’arca del santo che contiene un simulacro con alcune reliquie mentre la maggior parte è raccolta in una cassetta di zinco custodita nella Cappella della Madonna di Lourdes.

Nell’iconografia tradizionale san Paterniano è raffigurato in vesti vescovili: così appare mentre ascende alla gloria dei santi nella grande pala dell’altar maggiore, dipinta del settecentesco Alessandro Tiarini. Il suo patronato su Fano è sottolineato invece in una tela settecentesca di anonimo, nella sacrestia della basilica, dove ai piedi del vescovo che addita due teste alate di angeli nel cielo vi è un angioletto che regge il modellino della città.