San Cleto (Anacleto)
San Cleto, noto anche come Anacleto, è stato il terzo Papa della Chiesa Cattolica, succedendo a San Lino. Il suo pontificato è stato caratterizzato da sfide notevoli, in quanto si è svolto in un periodo di persecuzioni contro i cristiani. Anacleto è ricordato per aver contribuito all'organizzazione della Chiesa romana, in particolare per aver istituito la pratica di consacrare i vescovi. Ha anche avuto il compito di costruire il sepolcro di San Pietro, dove poi vennero sepolti numerosi Papi, inclusi egli stesso. La sua memoria liturgica è celebrata il 26 aprile. La figura di Anacleto è avvolta in un alone di venerazione non solo per il suo ruolo come Papa, ma anche per il suo servizio e dedizione nei confronti della comunità cristiana in un'epoca di grandi difficoltà. Le sue azioni e il suo esempio di vita hanno lasciato un'impronta significativa nella storia della Chiesa primitiva. Agiografia completa

Altri santi e venerazioni di oggi 26 aprile

San Pascasio Radberto

Il rinascimento carolingio raggiunse l’apice sotto i figli di Carlo Magno. Carlo il Calvo polarizzò intorno alla sua corte la vita culturale del regno occidentale,...

Santi Guglielmo e Pellegrino

La storia dei santi comprotettori di Foggia è forse la più struggente storia dell’amore profondo fra un padre e un figlio che dall’Oriente decidono insieme di partire...

  • Maria Vergine madre del buon consiglio
  • Beata Alda (Aldobrandesca) da Siena
  • Beati Domenico e Gregorio
  • Beato Giulio Junyer Padern
  • Beato Ladislao Goral
  • Beato Ramón Oromí Sullà
  • Beato Stanislaw Kubista
  • San Basileo di Amasea
  • San Marcellino
  • San Primitivo
  • San Raffaele Arnaiz Baron
  • San Ricario di Celles
  • Sant’ Essuperanza di Troyes
  • Santi 38 Martiri Mercedari di Auterive
  • Santo Stefano di Perm

Il santo di oggi (26 aprile) è San Cleto (Anacleto) (Papa), data di nascita: I secolo a Atene e morto il 12/07/0112 a Roma

Domani (27 aprile) si celebra Santa Zita (Vergine), data di nascita: 1218 a Toscana e morto il 07/04/1272 a Lucca

Ieri (25 aprile) si è celebrato San Marco (Evangelista), data di nascita: I secolo a Cirene e morto il I secolo a Alessandria, Egitto

Domani 27 aprile si venera

Santa Zita

Vissuta nel XIII secolo, è considerata la patrona delle domestiche e delle governanti perché esercitò questo mestiere per quasi quarant’anni a Lucca dov’è sepolta ed è una delle sante più amate...

Oggi 26 aprile nasceva

San Giuseppe Bilczewski

Giuseppe Bilczewski nacque il 26 aprile 1860 a Wilamowice, in Polonia, in una famiglia di umili origini. Primogenito di nove figli, fin da giovane dimostrò una straordinaria...

I santi sono tra le figure più popolari e famigliari per tutti i credenti. Con la loro vita, il loro esempio, si fanno compagni di viaggio dei poveri e dei semplici, consolano i bisognosi e aiutano gli uomini ad avvicinarsi a Dio, del quale testimoniano l’amore. 

Le biografie raccolte in questo sito sono arricchite da aneddoti che invitano all’avventura dello spirito, all’amore per il prossimo e sono segno di speranza per il mondo.

I santi entrano nella vita di Dio.

Li precede Maria, la figlia di Sion. Chiamata alla maternità, da secoli attesa in Israele, prova sentimenti di gratitudine verso il Padre, di tenerezza verso il Figlio suo e li esprime con parole donate dallo Spirito. «L’anima mia magnifica il Signore». Gli apostoli vicini a Gesù «dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo» diventano testimoni della resurrezione. I santi tutti, in una sorta di successione apostolica della santità, entrano nel mistero d’amore di Dio, se ne lasciano permeare e lo testimoniano in modalità nuove e creatrici.

Non è indolore la santità

L’entusiasmo del giorno di Pentecoste è la spinta che induce a percorrere le stesse strade che portarono Gesù al monte. Anzi, la testimonianza è tanto più credibile quanto più si avvicina alla via del Maestro in un’imitazione che a volte può sembrare giunta all’identificazione: san Francesco, un altro Cristo. Non è indolore la santità che spesso induce a lottare con Dio per gli uomini, come Mosè che non ne vuol sapere di un altro popolo e quasi costringe Dio a restar fedele a Israele, come Caterina da Siena e Teresa di Gesù Bambino che non vogliono rassegnarsi alla sorte dei dannati e promettono di lottare per loro con Dio.

I santi entrano nella vita degli uomini.

Come la Chiesa, di cui sono figli, provano «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono». Al seguito degli uomini i santi prendono vie molteplici. Vanno nel deserto per combattere il diavolo e la cupidigia malvagia che invade i cuori, costruiscono monasteri dove si dedicano alla preghiera e al lavoro. Guidati dall’amore delle lettere e dal desiderio di Dio fondano centri di studio e università, innamorati dei fratelli si fanno mendicanti per donare la parola di pace. Scoprono la solidarietà con i fratelli, inventano gli ospedali, vanno pellegrini ai luoghi santi, prendono la via della missione nei nuovi continenti. Vi è poi la santità femminile che rende testimonianza al volto materno di Dio negli ospedali, nelle scuole, nelle carceri, nei paesi di antica tradizione cristiana, come nei continenti dove la presenza cristiana è giunta in tempi a noi più vicini. La via della santità, tuttavia, non vuole essere occasione per riproporre brandelli di apologetica. Semmai è richiamo alla Chiesa stessa e ai cristiani per una fedeltà maggiore al Vangelo, perché vengano abbattuti i bastioni e ogni incrostazione che impedisce di vedere il fuoco vivo dell’amore di Dio, la potenza del Vangelo che si dispiega sempre nuova e sempre giovane non appena vissuta in autenticità. I santi lottano per Dio con gli uomini. Discepoli del Crocifisso, non sempre sono accolti dal plauso all’interno come all’esterno della Chiesa; al contrario i martiri, come i poveri, non sono mai mancati nella storia cristiana. Più che mai, forse, all’inizio del terzo millennio. Non è un motivo né per abbattersi, né per esaltarsi. I cristiani chiedono solo che si volga lo sguardo a Colui che è stato trafitto, allo Spirito di Dio che invita all’amore e alla pace.

In paradiso i santi entrano nella vita di Dio e nella vita degli uomini.

Come nel polittico di van Eyck, i volti dei santi in cielo sono diretti verso l’Agnello mistico che ancora reca le cicatrici del supplizio. Sono segni trasfigurati dall’abbraccio del Padre nell’amore dello Spirito. A questo amore rende omaggio la liturgia celeste, gli rendono testimonianza i santi della contemplazione e della mistica. Gli uomini qui sulla terra sono invitati a guardare alla Gerusalemme celeste, in attesa di raggiungere a loro volta la piena comunione dei santi per unirsi alla liturgia di lode, al canto della gloria di Dio.